Cacio&Pepe di Alessandro Borghese

Cacio&Pepe: il libro di Alessandro Borghese che racconta la sua vita in 50 ricette
Noi vi sveliamo la sua Cacio&Pepe!
Tutti conosciamo Alessandro Borghese: chef eclettico e innovativo che ha conquistato l’Italia grazie al suo carisma che non passa di certo inosservato e che gli ha permesso di pensare e scrivere un format televisivo come Alessandro Borghese: 4 ristoranti, factual molto seguito e amato dal pubblico. Per Borghese cucinare significa comunicare, ma non solo: è il solo modo che conosce per poter esprimere sé stesso e per ricordare e tramandare i momenti più importanti della sua vita condivisi con le persone che in qualche modo hanno reso Alessandro la persona che è oggi. In collaborazione con Angela Frenda, Borghese ha deciso di raccontare la sua vita e la sua carriera in un romanzo che ci ha sinceramente emozionato e divertito. In queste pagine è possibile rivivere tutte le esperienze di maggior rilievo della vita dello chef, a partire dal rapporto con i suoi genitori. Gigi, suo padre – il suo grande eroe – era un imprenditore napoletano, sempre con i mocassini e con la fissazione per le auto sportive. Gigi cucinava per far star bene la famiglia, ed è questo che dovrebbe sempre fare un cuoco. Era il suo unico passatempo ed è proprio grazie a lui che Borghese si avvicinò alla cucina negli anni ’80. I piatti che associa di più a suo padre sono i paccheri al pomodoro, preparati con un sughetto molto semplice; i piedi e muso di maiale e vitello; salsiccia e friarielli e il polipetto affogato nel sugo.
Non tutti lo sanno, ma Alessandro Borghese è il figlio della bellissima attrice Barbara Bouchet, poco affettuosa, ma sempre presente per le cose importanti, anche se costantemente calata nel ruolo di Barbara l’attrice di successo. Lei, al contrario di Gigi, non cucinava mai. Questo la rende senza alcun dubbio una mamma poco tradizionale, come il resto della famiglia materna. Il mio rapporto con mia madre è sempre stato impegnativo – dichiara Borghese – anche se io ho vissuto una vita sapendo che dovevo tirarmi fuori dal concetto di “figlio di…”. Parliamoci chiaro: essere il figlio di Barbara Bouchet significa non avere un’identità -. Barbara, racconta Borghese nelle pagine del suo libro, non mangiava mai. Gigi gustava il cibo, lo amava, mentre lei mangiava soltanto perché il corpo aveva necessità di cibo. Spizzicava una mela, quattro mandorle o beveva centrifugati, anche se era più probabile vederla con i cetrioli sugli occhi o lo yogurt bianco spalmato in faccia. Le ricette che Borghese associa maggiormente a sua madre sono il gulasch, lo strudel e la sacher.
Ma qual è la più grande ispirazione per Alessandro Borghese? Semplice: sua moglie Wilma – il grande amore della sua vita – e le sue due bambine, Arizona e Alexandra. Attraverso le pagine di questo libro traspare tutta l’emozione dello chef nel raccontare la sua storia, deliziandoci con storielle che ci hanno lasciato il sorriso e parlando di come si sono conosciuti e innamorati lui e Wilma, fino alla romanticissima e divertente proposta di matrimonio in aereo (vi invitiamo a leggere il libro per saperne di più) che ha portato alla nascita di due dolcissime bambine, curiose e intraprendenti proprio come i loro genitori.
Il libro edito da Solferino si intitola Cacio&Pepe: due elementi così diversi, ma che si completano. Questo è il piatto simbolo di Alessandro Borghese, che prepara per far star bene gli altri e non per stupirli. Lo chef ha sempre preparato questo piatto sin dai primi anni della sua gavetta e che ha deciso di portare anche nel suo ristorante a Milano Alessandro Borghese: il lusso della semplicità, insieme alla sua seconda famiglia, la sua squadra di AB Normal.
Vi sveliamo la sua ricetta originale dei tonnarelli cacio e pepe!
Ingredienti (per quattro persone)
440 grammi di spaghetti alla chitarra, i cosiddetti tonnarelli, 200 grammi di Parmigiano Reggiano, 300 grammi di pecorino romano Coccia Bianca, 3 grammi di pepe di Tasmania da macinare, 3 grammi di pepe nero da macinare, q.b. di sale.
Preparazione
Fate riscaldare dell’acqua salata in una pentola grande. La dose giusta di sale è 6 grammi per ogni litro. Una volta raggiunto il bollore mettete a cuocere gli spaghetti alla chitarra, quelli che a Roma, città di cui questa ricetta è originaria, vengono chiamati tonnarelli. Poi, grattugiate del Parmigiano Reggiano e del pecorino romano Coccia Bianca. Passate quindi i formaggi con un setaccio a maglie fini aiutandovi con le mani, poi poneteli in un grande recipiente d’acciaio dai bordi alti.
Nel contenitore unite due cucchiai di brodo di pollo, facendo attenzione a che sia a temperatura ambiente e non bollente. Se volete realizzare il piatto in versione vegetariana, utilizzate invece del brodo vegetale nelle stesse quantità. Lavorate il tutto con una frusta da pasticceria per il tempo necessario a raggiungere una consistenza cremosa, senza grumi e molto omogenea. Intanto, con un mortaio, facendo movimenti decisi e circolari, macinate assieme le diverse tipologie di pepe, il nero e quello di Tasmania. Poi unitele alla crema all’interno del recipiente e mescolate con cura. Infine, scolate bene la pasta.
Fate attenzione, mi raccomando, a che non resti acqua di cottura, o il suo calore rischierà di far cagliare velocemente il formaggio. Mettete gli spaghetti alla chitarra nel recipiente insieme agli ingredienti che avete amalgamato in precedenza e mantecate il tutto fuori dal fuoco. Una volta impiattata la pasta, versateci sopra la crema rimasta e aggiungete, a piacere, un’altra spolverata di pepe.