Carne per la dieta flexiana: tutto ciò che devi sapere

La carne coltivata è la soluzione perfetta per chi segue la dieta flexiana
La Dieta Flexiana predilige un regime alimentare che prevede un elevato consumo di frutta, carboidrati e verdura con una scarsissima assunzione di carne e pesce. Si tratta di una scelta molto coraggiosa e importante per poter salvaguardare l’ambiente, in quanto la produzione e consumo di carne riscontra un impatto ambientale sempre più pericoloso e dannoso. Per questo motivo, chi segue una Dieta Flexiana non fuma, non beve e fa attività fisica ogni volta che può, evitando di utilizzare l’auto, fortemente inquinante. La scienza sta compiendo giorno dopo giorno passi da gigante e gli studiosi hanno creato un nuovo alimento perfetto per vegetariani, vegani e flexitariani: si tratta del finto pollo vegano ricavato dalla pianta del pisello e viene chiamata anche carne coltivata.
Lukas Böni è uno scienziato esperto in alimentazione che si è dedicato insieme ai colleghi Pascal Bieri e Eric Stirnemann a realizzare in laboratorio un’alternativa vegana e sostenibile alla carne di pollo. La carne in vitro somiglia visivamente alla carne di pollo e ha un sapore molto simile, ma inquina di meno e ne consegue un impatto ambientale inferiore rispetto a quello che si verificherebbe allevando animali da macello. Il nostro pianeta sta gridando aiuto ormai da diverso tempo: più di 100 miliardi di animali vengono allevati per produrre la carne che arriva sulle nostre tavole. Da qui ne consegue un’importante e nociva produzione di metano, producendo così il 55% di tutti i gas nocivi. E’ proprio questo il grave motivo che spinge investitori e start-up a sviluppare delle tecnologie tali che possano permettere di risolvere gravi problemi ambientali e legati al nostro ecosistema. Le ricerche condotte fino ad ora sono volte a eliminare la carne dal nostro regime alimentare, sostituendola invece con prodotti a base di proteine vegetali e non solo: l’obiettivo è quello di riuscire a produrre carne senza allevamenti, creando quella che viene definita carne in vitro oppure sintetica.