Food Photography: Bello da mangiare!

Quando il mondo della fotografia e del food si fondono
La Redazione di NPhotography ha passato una giornata nella cucina di un locale vegetariano e bio con Victoria Campbell, fotografa freelance di origine britannica e oggi attiva negli Stati Uniti con una formazione in styling fotografico e immagini di lifestyle. Durante questo interessantissimo incontro, la Redazione e Victoria hanno impiegato il loro tempo esercitando l’arte della fotografia sotto le grandi finestre luminose del locale, con una bella luce naturale, morbida e senza dure ombre che avrebbero inevitabilmente compromesso il risultato finale nel tentativo di immortalare la fantastica varietà di piatti golosi preparati dagli chef.
Food Photography: tecniche base e attrezzatura
Modalità di esposizione. Se volete controllare con praticità e immediatezza ogni aspetto dell’immagine, senza delegare nulla alla fotocamera, scattate in modalità manuale. Abituatevi a cambiare le impostazioni di esposizione e scatto con scioltezza, per essere pronti quando necessario.
Impostazioni di scatto. Diaframma f/5 assicura una profondità di campo interessante, perché lascia cadere fuori fuoco primo piano e sfondo ma in genere riesce a mantenere nitido tutto il soggetto. Se lavorate a mano libera, cercate di non allungare l’esposizione oltre 1/80 di secondo, per evitare il rischio di introdurre mosso allo scatto. Se necessario, per esempio in interni in una giornata coperta, impostate gli ISO intorno a 320 per aumentare la sensibilità del sensore e arrivare a tempi un po’ più veloci.
Sottoesposizione. In linea di principio, puntate a una leggera sottoesposizione per evitare di bruciare i punti di luci alte. Piatti bianchi, stoviglie lucide e pietanze chiare rischiano di risultare “tagliati” se esponete per proteggere le ombre – e i dettagli persi nelle alte luci sono irrecuperabili. Per sottoesporre, preferiamo un tempo di posa più veloce per ridurre il tempo in cui il sensore sarà colpito dalla luce.
Attrezzatura: un riflettore bianco. Anche vicino a una grande finestra, le ombre possono risultare un po’ troppo scure. Per rivelare più dettaglio, potete riflettere un po’ di luce e riempire le ombre con dei pannellini di polistirolo o dei generici cartoncini bianchi. Le finestre rivolte a Nord sono le migliori per la fotografia culinaria perché assicurano una luce indiretta per tutto il giorno. L’illuminazione risulta così ben direzionata, ma morbida, con ombre diffuse, perché la sorgente è grande rispetto alle dimensioni del soggetto.
Food Photography: le diverse composizioni
HOT SHOT #1. Esposizione 1/160 di sec, f/4, ISO 320. Obiettivo 24-70 mm f/2.8
Un’immagine come quella qui sopra può richiedere un po’ di tempo per trovare la composizione giusta. In questo caso, la Redazione e Victoria hanno provato diversi piatti e diverse tovagliette prima di scegliere il sottopiatto in vimini, complemento ideale per il tavolo pieno di carattere su cui abbiamo allestito il set. Il cibo vero e proprio è stato posizionato nella parte bassa dell’inquadratura, in corrispondenza dell’intersezione delle linee dei terzi. Hanno poggiato il cucchiaio sul piatto perché desideravano un’immagine che dicesse “mangiami!”, poi hanno spezzato il pane e mostrato l’interno della pagnotta per dare il senso di un piatto molto “rustico”, pratico e tradizionale.
HOT SHOT #2. Esposizione 1/60 di sec, f/5, ISO 320. Obiettivo 50 mm f/1.4
Anche se per buona parte della sessione è stato usato uno zoom 24-70 mm f/2.8 VR, per questo scatto la redazione e Victoria hanno preferito un 50 mm f/1.4. Il soggetto era un’insalata di verdure, che rendeva lo scatto molto ricco e pieno. Per semplificare un po’ le cose, hanno stretto la composizione tagliando i bordi della ciotola e spruzzato una vinaigrette bianca per introdurre un movimento diagonale. Il fondale in vinile era perfetto sotto il piatto: bianco e semplice. Volevano però un minimo di decorazione, così hanno appoggiato qualche fagiolo di soia nell’angolo in alto a sinistra, per riequilibrare il peso visuale del piatto.
HOT SHOT #3. Esposizione 1/60 di sec, f/4.5, ISO 320. Obiettivo 24-70 mm f/2.8
Non bisogna all’abitudine di fotografare tutto dall’alto. Per questo è stato chiesto agli chef di prepararci anche piatti che stiano bene ripresi frontalmente. L’immagine di esempio è stata esposta a f/4.5, per lasciar scivolare lo sfondo fuori fuoco. Primo piano e sfondo appaiono morbidi, mentre tutto il piatto è nitido: è un ottimo metodo per introdurre una buona separazione visuale tra soggetto e decorazione. Qui sono stati usati anche dei fiori per vestire il tavolo: la loro delicata presenza riempie un angolo dell’immagine altrimenti vuoto.
Per attirare lo sguardo all’interno dell’immagine è importante costruire più “livelli” nella scena: è necessario avere qualcosa in primo piano, qualcosa in campo medio e qualcos’altro ancora sullo sfondo per rendere interessante tutta l’inquadratura – soprattutto quando si scatta dall’altezza del piatto anziché dall’alto. In questo caso hanno appoggiato degli avocado dietro il soggetto, in modo da inserire delle texture, fuori fuoco ma riconoscibili, sullo sfondo dell’immagine.
Food Photography: lo scatto del giorno
Questo scatto combina con successo una serie di trucchi efficaci. La veduta dall’alto permette di mostrare tutto il piatto, ma l’inquadratura stretta concentra l’attenzione sul cibo. Sembra quasi che qualcuno sia proprio sul punto di assaggiarlo, perché il pane tostato è già spalmato di paté e chutney: è un dettaglio che “umanizza” la scena e dimostra l’importanza dello styling in fotografia culinaria. I piccoli fiori e le foglioline aiutano a spezzare il contorno netto del piatto bianco contro il blu scuro del fondale in vinile.
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