Quali sono gli additivi più comuni in cucina?

Additivi: vediamo assieme quelli più comuni
Gli additivi che vengono aggiunti agli alimenti che consumiamo quotidianamente sono davvero molti: impariamo a conoscerli e destreggiarci fra le varie etichette per una cucina più sana!
Fra gli additivi più comuni ci sono i coloranti
Tra gli additivi, sono sicuramente quelli più nocivi, innanzitutto per la loro funzione prettamente estetica, poiché servono a esaltare il colore di una pietanza, dando ai consumatori un’immagine falsata di essa. Ma quel che è più grave è che, al di là della loro funzione, per molti coloranti esiste il sospetto che siano anche nocivi. Sul banco degli imputati c’è in particolare la categoria dei coloranti sintetici definiti “azoici”, che in alcuni casi possono anche nuocere alle persone intolleranti ai salicilati (come l’aspirina) e intensificare i sintomi asmatici.
Quali sono i coloranti dai quali tenersi maggiormente alla larga? E122 (Azorubina), E123 (Amaranto), E124 (Ponceau 4R), E128 (Rosso 2G), E129 (Rosso Allura), E110 (Giallo Tramonto), E102 (Tartrazina), E104 (Giallo di Chinolina), E107 (Giallo 2G).
Un altro additivo molto comune: i conservanti, ma sono davvero necessari?
Effettivamente, in molti casi questi additivi sono indispensabili per garantire la massima sicurezza del prodotto, ma come spiegare, però, la presenza sul mercato di prodotti dello stesso tipo realizzati alcuni con i conservanti e altri senza? La risposta è semplice: perché con i conservanti si risparmia. Produrre senza conservanti significa usare materie prime di alta qualità e adottare tecniche di produzione più accurate. Tutto questo ha un costo che non tutte le aziende vogliono accollarsi, ed è sicuramente più economico usare ingredienti di media qualità, aggiungendo poi conservanti chimici che garantiscono lo stesso una durata sufficiente.
Gli edulcoranti sono un additivo accettabile, ma con criterio
Questi additivi sono usati al posto dello zucchero comune per dolcificare gli alimenti. La gamma degli edulcoranti è molto vasta e comprende sia prodotti naturali sia sintetici. E la differenza tra le due categorie non è di poco conto: le alternative naturali allo zucchero (per esempio il glucosio e il fruttosio), a parità di potere dolcificante, sono caloriche quasi quanto lo zucchero stesso, mentre gli edulcoranti praticamente non danno calorie. Attenzione, però: a fronte di questo vantaggio, gli edulcoranti sintetici richiedono una certa cautela nell’uso perché, oltre una determinata dose, possono diventare nocivi per l’organismo.
Evitare gli additivi addensanti: i polifosfati
I polifosfati, quali additivi addensanti, hanno la funzione di trattenere l’acqua di alimenti come i formaggi e i budini. In pratica, la loro aggiunta serve per aumentare la morbidezza e il peso dei prodotti per renderli più gradevoli al palato, come avviene per i formaggini spalmabili. I polifosfati, però, tendono a legarsi al calcio degli alimenti, rendendo impossibile il suo assorbimento da parte del nostro organismo, diminuendo il valore nutritivo degli alimenti.
Additivi per dare sapidità: il glutammato
Grazie alla sua capacità di esaltare il sapore dei cibi, il glutammato trova grande impiego nell’industria alimentare, dai dadi da brodo, ai ripieni della pasta. Una domanda, però, sorge spontanea: se si usassero materie prime di buona qualità e naturalmente saporite, ci sarebbe comunque bisogno di esaltarne artificialmente il gusto?