Coldiretti: nel carrello un prodotto su quattro è “fake”

Secondo l’ultima analisi di Coldiretti un prodotto alimentare su quattro sarebbe “fake”: nel carrello numerosi prodotti che non riportano l’etichetta d’origine obbligatoria
Ogni giorno, nel carrello della spesa, mettiamo almeno un prodotto su quattro senza l’etichetta d’origine obbligatoria per legge: salumi, marmellate, succhi di frutta, latte per bambini, sottoli e molti altri alimenti. La preoccupante questione è stata di recente sollevata dalla Coldiretti, che ha smascherato numerosi prodotti del banco alimentare in occasione della raccolta firme sulla petizione #stopcibofalso, per chiedere al Parlamento Europeo maggiore tutela nei confronti dei consumatori.
Il cibo cosiddetto “fake“, sulle nostre tavole coinvolgerebbe moltissimi alimenti diversi, a partire dai prosciutti, di cui (secondo l’analisi) due su tre sono di provenienza estera, senza che questo dato venga riportato anche sull’etichetta. Lo stesso vale per oltre 200 milioni di litri di succo d’arancia straniero, che beviamo ogni mattina a nostra insaputa, perchè non riportato sull’etichetta d’origine: come ha accuratamente segnalato Coldiretti, questi prodotti aggirano la legge riportando solo il luogo di confezionamento, andando quindi a trarre in inganno migliaia di consumatori. Senza parlare poi dell’infinità di prodotti Made In China, dalle passate di pomodoro, alle insalate in busta, passando per pane, frutta e conserve.
Per questo, la raccolta di firme rivolta direttamente al presidente del Parlamento europeo, avviata da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica punta a “fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana“. Coldiretti ha spiegato: “Nonostante i passi in avanti, permangono ancora ampie zone d’ombra e ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e origine incerta che mettono a rischio la salute.”
E’ possibile aderire alla mobilitazione generale sui siti ufficiale di Coldiretti e Campagna Amica, nel tentativo di estendere l’obbligo di indicare l’etichetta d’origine e salvaguardare la nostra salute, oltreché le nostre tavole.