Cibo 3D: il futuro dell’alimentazione

Un ingegnere biomedico italiano stampa in 3D il cibo del futuro
Giuseppe Scionti è un ricercatore italiano del Politecnico della Catalogna, dove si studia come ricreare tessuti umani e addirittura progettare muscoli e cartilagini. L’ingegnere si cimenta nella stampa 3D di un orecchio umano, ottenendo un prototipo talmente morbido da sembrare vero. Da qui, Scionti decide di fondare Novameat, una startup creata per brevettare una nuova tecnologia dedicata all’industria alimentare.
Cibo 3D: la carne sintetica come risorsa di cibo alternativa
Oggi è possibile trasformare le fibre vegetali in cellule muscolari, ottenendo la stessa consistenza fibrosa della carne animale.
Molte aziende e agenzie, tra cui la Fao, stanno investendo parecchio capitale nel settore della carne sintetica, in quanto è necessario trovare delle risorse di cibo alternative, considerando che emissioni di gas serra e scarsità delle risorse disponibili potrebbero rappresentare un punto di rottura nell’industria alimentare tradizionale.
Novameat è in grado di ricreare in laboratorio petti di pollo e bistecche di manzo in 40 minuti, promettendo nel futuro di riuscire ad abbattere i tempi e i costi di lavorazione, tanto che 1 kg di carne potrebbe costare solo 20 centesimi.
Siamo ancora lontani da una vera e propria rivoluzione dell’industria del cibo, ma grazie ai continui investimenti sulle biostampanti tridimensionali, è possibile che nel futuro sarà possibile stampare gran parte degli alimenti direttamente dalla nostra cucina.